Paola Rizzi, Lorenzo Cotti
Calepini di Diver
s City, 2012
“Hic sunt leones” es el primer volumen de la serie de libros
Calepini di Diver s City, nacida para salvar del olvido y poner negro sobre
blanco a los resultados de las búsquedas, las inquietudes, las ideas y los
razonamientos -presentados en la practica profesional y académica- de los dos
autores: la urbanista italiana Paola Rizzi y el arquitecto suizo Lorenzo Cotti.
| "Hic Sunt Leones" è il
primo volume della collana Calepini di Diver s City, nata per salvare
dall’oblio e per mettere nero su bianco i risultati delle ricerche, le
inquietudini, le idee ed i ragionamenti, affrontati nella pratica professionale
e didattica dai due autori: l’urbanista italiana Paola Rizzi e l’architetto
svizzero Lorenzo Cotti.
Pero ¿qué es un calepino? Esta puede ser la primera pregunta que pueden hacerse los lectores. En las primeras páginas la autora explica que el calepino es un “volumen de tamaño considerable, algo maltratado por el uso”. Es posible entonces entenderlo como una especie de cuaderno de notas o un diario de viaje “siempre bilingüe”. Maltratado por las anotaciones diarias, definitivamente se trata de un instrumento de análisis y reflexión.
La expresión latina “Hic Sunt Leones” se refiere a una condición, o a una situación, frente a la cual es necesario prestar la debida atención. Esto es lo que esperan los autores del calepino en los siete ensayos que lo componen: prestar la debida atención a temas como el orden, las normas, la belleza, la racionalidad y la educación. Se condena un sistema escenográfico que no busca la cualidad resultante de la síntesis gestáltica, que se pierde siempre en la búsqueda de un nuevo signo arquitectónico y de su consentimiento, proponiendo soluciones urbanas y arquitectónicas sin territorio, sin contexto.
La urbanista y el arquitecto se preguntan entonces sobre la validez de los sistemas contemporáneos y buscan nuevas reglas, nuevas relaciones que entiendan los elementos del sistema y sus relaciones. Ven en las reglas un humus necesario para el desarrollo de las ciudades y de la arquitectura contemporánea. Un medio necesario que pueda seguir la fluidez del mundo contemporáneo sin transformarse en una serie de protocolos ineficientes.
El calepino de Rizzi y Cotti propone una exploración de todos los “territorios” vacíos, hacia la individuación de todos los elementos que en la contemporaneidad “ganan poder”: Hic sunt leones.
Graziano Brau
La expresión latina “Hic Sunt Leones” se refiere a una condición, o a una situación, frente a la cual es necesario prestar la debida atención. Esto es lo que esperan los autores del calepino en los siete ensayos que lo componen: prestar la debida atención a temas como el orden, las normas, la belleza, la racionalidad y la educación. Se condena un sistema escenográfico que no busca la cualidad resultante de la síntesis gestáltica, que se pierde siempre en la búsqueda de un nuevo signo arquitectónico y de su consentimiento, proponiendo soluciones urbanas y arquitectónicas sin territorio, sin contexto.
La urbanista y el arquitecto se preguntan entonces sobre la validez de los sistemas contemporáneos y buscan nuevas reglas, nuevas relaciones que entiendan los elementos del sistema y sus relaciones. Ven en las reglas un humus necesario para el desarrollo de las ciudades y de la arquitectura contemporánea. Un medio necesario que pueda seguir la fluidez del mundo contemporáneo sin transformarse en una serie de protocolos ineficientes.
El calepino de Rizzi y Cotti propone una exploración de todos los “territorios” vacíos, hacia la individuación de todos los elementos que en la contemporaneidad “ganan poder”: Hic sunt leones.
Graziano Brau
Ma cos’è un calepino? Forse questa è la prima domanda che potrebbero porsi i lettori. Nelle prime pagine l’autrice spiega che il calepino è un “volume di discrete dimensioni un po’ malconcio per il suo utilizzo”, è possibile intenderlo quindi come una specie di quaderno di appunti o di un diario di viaggio “sempre bilingue”, consunto dal continuo annotare giornaliero; in definitiva uno strumento di analisi e di riflessione.
L’espressione latina 'Hic Sunt Leones' rimanda a una condizione o a una situazione alla quale è necessario prestare la dovuta attenzione. E’ proprio questo che auspicano gli autori del calepino nei sette saggi che lo compongono, un prestare la dovuta attenzione al tema dell’ordine, delle regole, della bellezza e della razionalità e dell’educazione, condannando un sistema scenografico che non cerca la qualità data dalla sintesi gestaltica ma che, perdendosi sempre alla ricerca di un nuovo segno architettonico e del suo consenso, propone soluzioni urbane ed architettoniche senza territorio, decontestualizzate.
L’urbanista e l’architetto si interrogano quindi sulla validità dei sistemi contemporanei e cercano nuove regole, nuove relazioni che comprendano gli elementi del sistema e i loro legami. Vedono nelle regole un humus necessario per lo sviluppo della città e della architettura contemporanea, un mezzo necessario in grado di assecondare la fluidità del mondo contemporaneo senza trasformarsi in un rigido protocollo inefficiente.
Il calepino di Rizzi e Cotti converge così verso l’esplorazione di tutti i “territori” rimasti vuoti, verso l’individuazione di quegli elementi che, proprio nella contemporaneità, “guadagnano potere": hic sunt leones.
L’espressione latina 'Hic Sunt Leones' rimanda a una condizione o a una situazione alla quale è necessario prestare la dovuta attenzione. E’ proprio questo che auspicano gli autori del calepino nei sette saggi che lo compongono, un prestare la dovuta attenzione al tema dell’ordine, delle regole, della bellezza e della razionalità e dell’educazione, condannando un sistema scenografico che non cerca la qualità data dalla sintesi gestaltica ma che, perdendosi sempre alla ricerca di un nuovo segno architettonico e del suo consenso, propone soluzioni urbane ed architettoniche senza territorio, decontestualizzate.
L’urbanista e l’architetto si interrogano quindi sulla validità dei sistemi contemporanei e cercano nuove regole, nuove relazioni che comprendano gli elementi del sistema e i loro legami. Vedono nelle regole un humus necessario per lo sviluppo della città e della architettura contemporanea, un mezzo necessario in grado di assecondare la fluidità del mondo contemporaneo senza trasformarsi in un rigido protocollo inefficiente.
Il calepino di Rizzi e Cotti converge così verso l’esplorazione di tutti i “territori” rimasti vuoti, verso l’individuazione di quegli elementi che, proprio nella contemporaneità, “guadagnano potere": hic sunt leones.